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Piano Transizione 5.0: cosa prevede il decreto attuativo del 24 luglio 2024

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Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un'importante opportunità per le imprese italiane di diventare più competitive sul mercato globale attraverso investimenti in innovazione e sostenibilità. Le misure introdotte prevedono incentivi volti a favorire la crescita economica sostenibile e rafforzare il tessuto industriale del Paese, allineandolo con gli standard internazionali più avanzati.

Il Decreto attuativo del 24 luglio 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 183, fornisce dettagli operativi e specifici su come queste misure vengono applicate e istruzioni alle imprese su come fruire dei benefici previsti.

Cos'è il Piano transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 è un’iniziativa del governo italiano, parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), istituita per favorire la trasformazione digitale e green delle imprese, nonché una crescita economica sostenibile attraverso incentivi finanziati con 6,3 miliardi di euro.

L’iniziativa rappresenta un’evoluzione del Piano Transizione 4.0, poiché promuove non solo l'adozione di nuove tecnologie, ma anche di pratiche ecologiche e sostenibili che migliorino l'efficienza energetica delle aziende. Infatti, i principi guida sono quelli delineati nel rapporto Industria 5.0 presentato a gennaio 2021 dalla Commissione europea: umanocentricità, sostenibilità e resilienza. In tal modo, si intende sostenere un’industria tecnologicamente avanzata che, al contempo, tuteli le persone e l'ambiente.

Per favorire questo cambiamento, il Piano Transizione 5.0 prevede agevolazioni, sotto forma di credito d'imposta, destinate alle imprese che intraprendono progetti di innovazione sostenibili, così da ridurre i costi degli investimenti.

Gli obiettivi del Piano Transizione 5.0

Nello specifico, i principali obiettivi del Piano Transizione 5.0 possono essere così riassunti:
  • Digitalizzazione delle imprese: incentivare l'adozione di tecnologie digitali all’interno delle aziende per migliorare l'efficienza dei processi produttivi e favorire l'innovazione.
  • Sostenibilità ambientale: facilitare la conversione verso un modello di produzione più sostenibile tramite una riduzione del consumo energetico.
  • Uso di energie rinnovabili: incentivare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile nei processi produttivi, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e contribuendo a un'economia a basse emissioni di carbonio.
  • Resilienza: promuovere modelli di produzione che siano resilienti alle sfide economiche e ambientali attuali e future, migliorando la capacità delle imprese di adattarsi in un contesto in continua evoluzione.
  • Competitività delle imprese italiane: attraverso agevolazioni economiche, il piano è volto a rafforzare la competitività delle aziende italiane sul mercato internazionale, sempre più orientato alla sostenibilità.

Decreto attuativo del Piano Transizione 5.0: cosa prevede

Il Decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 24 luglio 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 183, stabilisce le linee guida e le misure necessarie per l'attuazione del Piano Transizione 5.0, istituito dall’ art. 38 del Decreto Legge 2 marzo 2024, n. 19.

Con il decreto attuativo, le imprese ricevono istruzioni concrete su:
  • Ambito soggettivo: chi può accedere agli incentivi
  • Ambito oggettivo: quali investimenti sono coperti dal credito
  • Misura dell’agevolazione: qual è l’ammontare del credito d’imposta e come viene calcolato
  • Procedura di accesso e fruizione: come richiedere l’agevolazione e come utilizzare il credito
  • Oneri documentali: quali documenti presentare per dimostrare il diritto al credito
  • Vigilanza e controllo: quali attività di monitoraggio sono previste per garantire il corretto utilizzo del credito
  • Cause di decadenza e recupero: quali condizioni possono portare alla perdita dell’agevolazione e le modalità per il recupero dei fondi.

Chi può accedere agli incentivi del Piano Transizione 5.0

L’art. 3 del decreto attuativo definisce i criteri di inclusione e di esclusione per l'accesso ai benefici previsti.

Sono ammesse:
  • Imprese con sede in Italia: tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, a prescindere da forma giuridica, settore economico, dimensioni e regime fiscale.
  • Stabili organizzazioni di soggetti non residenti: le sedi operative in Italia di aziende con sede legale o principale all'estero, indipendentemente da forma giuridica, settore economico, dimensioni e regime fiscale.
Sono escluse:
  • Imprese in stato di difficoltà: le aziende in fase di liquidazione, fallimento o altre procedure concorsuali.
  • Imprese soggette a sanzioni: le aziende che hanno ricevuto sanzioni interdittive.
  • Imprese inadempienti: le imprese che non rispettano le normative sulla sicurezza sul lavoro o che non sono in regola con i versamenti previdenziali e assistenziali.

Quali sono gli investimenti 5.0

Come anticipato, il Piano Transizione 5.0 riconosce un credito d’imposta alle imprese che effettuano investimenti in progetti di innovazione sostenibili. In particolare, è necessario che dagli investimenti consegua una riduzione dei consumi energetici

Il decreto attuativo offre un quadro dettagliato degli investimenti ammissibili e delle condizioni che devono essere soddisfatte.

Tipi di investimenti ammissibili
  • Beni strumentali: beni materiali e immateriali, nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa elencati negli allegati A e B della legge 11 dicembre 2016, n. 232. Questo investimento è obbligatorio per poter accedere all’agevolazione e deve permettere di conseguire il risparmio energetico previsto dalla normativa (INVESTIMENTO TRAINANTE);
  • Beni strumentali per l’autoproduzione di energia: beni materiali nuovi strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta. Questo tipo di investimento facoltativo è ammissibile se e solo se con l’investimento di cui al punto precedente si soddisfano i requisiti di accesso all’agevolazione (INVESTIMENTO TRAINATO);
  • Formazione: spese in attività di formazione finalizzate ad acquisire o consolidare le competenze nell’ambito delle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Questo tipo di investimento facoltativo, esattamente come per i beni per autoproduzione di energia, è ammissibile se e solo se con l’investimento di cui al primo punto, si soddisfano i requisiti di accesso all’agevolazione (INVESTIMENTO TRAINATO);
Requisiti da soddisfare:
  • Tempistica: gli investimenti coperti sono quelli avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025.
  • Riduzione dei consumi energetici: gli investimenti devono comportare una riduzione dei consumi energetici di almeno 3% per la struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o di almeno 5% per i processi interessati dall’investimento.
Per garantire che gli investimenti rispettino il principio di DNSH, “Do No Significant Harm”, e, quindi, non causino un danno significativo all’ambiente, alcuni tipi di progetto sono esclusi dal beneficio.

Non sono ammissibili:
  • Progetti connessi all’uso dei combustibili fossili, ad eccezione di attività e attivi in cui l’utilizzo è temporaneo e tecnicamente inevitabile per la transizione verso l'eliminazione dei combustibili fossili.
  • Attività nell'ambito del sistema ETS dell'UE in cui le emissioni di gas a effetto serra superano i parametri di riferimento stabiliti dall'Unione Europea, ad eccezione di progetti che dimostrino di non avere un impatto diretto sui consumi energetici monitorati o, in caso di impatto diretto, di produrre emissioni inferiori alle quantità consentite al termine del progetto.
  • Attività connesse alle discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico, a meno che non rispettino criteri specifici per la gestione e smaltimento di tali rifiuti.
  • Investimenti in beni gratuitamente devolvibili da imprese in concessione operanti in settori come energia, acqua, trasporti, infrastrutture, poste, telecomunicazioni e gestione dei rifiuti, se costituiscono un obbligo nei confronti dell'ente pubblico concedente o se sono supportati da meccanismi che eliminano il rischio economico dell'investimento.

Quali certificazioni servono per il credito d’imposta 5.0

Per poter accedere agli incentivi del Piano Transizione 5.0, la riduzione dei consumi energetici generata dagli investimenti dev’essere attestata tramite apposite certificazioni tecniche.

Sono richieste due certificazioni:
  • Certificazione Ex-ante: redatta prima della realizzazione degli investimenti per stimare la riduzione dei consumi energetici che si otterrà.
  • Certificazione Ex-post: redatta a seguito del completamento degli investimenti per attestare la realizzazione effettiva degli investimenti in conformità a quanto previsto dalla certificazione Ex-ante.

Chi può rilasciare le certificazioni

I soggetti abilitati al rilascio delle certificazioni sono:
  • Esperti in gestione dell'energia (EGE), certificati secondo la norma UNI CEI 11339.
  • Energy Service Company (ESCo), certificate secondo la norma UNI CEI 11352.
  • Ingegneri iscritti nelle sezioni A e B dell'albo professionale, periti industriali e periti industriali laureati iscritti all'albo nelle sezioni “meccanica ed efficienza energetica” e “impiantistica elettrica ed automazione” con competenze ed esperienza nell'efficienza energetica dei processi produttivi.
L'articolo 10 del decreto stabilisce un contributo, sempre in credito d’imposta, per coprire parte dei costi sostenuti dalle imprese per ottenere le certificazioni richieste. Il contributo è destinato a due categorie di aziende:
  • PMI: importo fino a 10.000 euro per adempiere agli obblighi di certificazione di cui all'art. 15.
  • Imprese non obbligate alla revisione contabile: importo fino a 5.000 euro per adempiere all'obbligo di certificazione di cui all'art. 17.

Come funziona il credito d’imposta 5.0

Il credito d'imposta che un'azienda può ottenere grazie al Piano Transizione 5.0 varia principalmente in base a due fattori:
  • Importo investito: maggiore è l'investimento, minore è la percentuale di credito d'imposta ottenibile. Il limite massimo di costi ammissibili corrisponde a 50 milioni di euro per progetto.
  • Risparmio energetico ottenuto: più si riduce il consumo energetico grazie agli investimenti, maggiore è la percentuale di credito d'imposta. 

Credito d'imposta 5.0: aliquote

Risparmio energetico di almeno 3% per la struttura produttiva / 5% per i processi:
  • 35% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
  • 15% per investimenti tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro.
  • 5% per investimenti tra 10 milioni e 50 milioni di euro.
Risparmio energetico di oltre 6% per la struttura produttiva / 10% per i processi:
  • 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
  • 20% per investimenti tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro.
  • 10% per investimenti tra 10 milioni e 50 milioni di euro.
Risparmio energetico di oltre 10% per la struttura produttiva / 15% per i processi:
  • 45% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
  • 25% per investimenti tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro.
  • 15% per investimenti tra 10 milioni e 50 milioni di euro.

Credito d'imposta 5.0: regole di cumulo

Il credito d'imposta 5.0 è cumulabile con altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali che coprono gli stessi costi, a condizione che la somma degli incentivi non superi l’importo totale speso per l’investimento.

Tuttavia, esistono due eccezioni a questa regola generale; il credito d’imposta non è cumulabile con:
  • Credito d'imposta per investimenti in beni nuovi strumentali previsto dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178.
  • Credito d'imposta per investimenti nella Zona Economica Speciale (ZES) e nella Zona Logistica Semplificata (ZLS) previsti dal decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124 e dal decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60.

Credito d'imposta 5.0: come accedere

La procedura per accedere al credito d’imposta del Piano Transizione 5.0 è composta da varie fasi:
  1. Comunicazione preventiva, corredata da certificazione ex-ante: l’azienda fornisce informazioni dettagliate sul progetto di innovazione prima del completamento dell’investimento.
  2. Verifica e prenotazione del credito: Il GSE verifica la documentazione fornita e, se tutto è in regola, comunica all'impresa l'importo del credito d'imposta prenotato, entro i limiti delle risorse disponibili.
  3. Fatture, ordini e acconto: dopo la prenotazione del credito, l'impresa deve inviare entro 30 giorni i dettagli delle fatture e degli ordini accettati per gli investimenti, compreso un acconto di almeno il 20%.
  4. Conferma del credito: il GSE conferma l'importo del credito d'imposta prenotato o lo riduce se gli investimenti sono inferiori.
  5. Comunicazione successiva, corredata da certificazione ex-post: a progetto completato, e comunque entro il 28 febbraio 2026, l'impresa deve trasmettere una comunicazione di completamento con tutte le informazioni necessarie e le certificazioni richieste.
  6. Verifica finale: entro dieci giorni dalla presentazione della comunicazione di completamento, il GSE verifica e comunica l'importo del credito d'imposta utilizzabile.
L’azienda può trasmettere le varie comunicazioni esclusivamente in via telematica, tramite la piattaforma «Transizione 5.0», accessibile tramite SPID dall’Area Clienti del sito istituzionale del GSE.

Credito d'imposta 5.0: come utilizzarlo

Dopo 10 giorni dalla comunicazione trasmessa dal GSE, le aziende possono usufruire del credito d'imposta esclusivamente in compensazione, presentando il modello F24 tramite i servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate. 

L’azienda ha la facoltà di usufruire del credito in una o più quote entro il 31 dicembre 2025; successivamente a tale data, il credito residuo sarà ripartito in 5 quote annuali. In ogni caso, l'importo del credito utilizzato in compensazione non può eccedere l'importo comunicato dal GSE, altrimenti l'operazione di versamento verrà annullata.

Cosa possiamo fare per te

Archita Engineering, in quanto ESCo certificata secondo la norma UNI CEI 11352, è in grado di offrirti un supporto completo in tutti gli adempimenti necessari a ottenere il credito d’imposta 5.0.

Il nostro team di esperti in innovazione ed efficienza energetica, forte dell’esperienza maturata nella normativa 4.0, è il partner ideale per:
  • Fornire consulenza tecnica
  • Gestire le comunicazioni con il GSE e l’intero iter di progetto
  • Predisporre le Certificazioni Ex-ante ed Ex-post richieste dalla normativa
Consigliamo di avviare gli investimenti in tempi brevi, tenendo conto delle tempistiche necessarie per l’ordine, la consegna, l’installazione e la gestione degli oneri documentali. 

Affidati alla nostra competenza per accedere in modo più semplice ai benefici, risparmiando tempo e risorse, e per rendere la tua impresa più innovativa e competitiva sul mercato.


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Foto di Francesco Vigliaturo, direttore tecnico di Archita Engineering.

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